2 mar 2013

Sudditi o Cittadini

"Vi sono in Europa dei paesi in cui l'abitante si considera come un colono, indifferente al destino del luogo in cui abita. I più radicali cambiamenti sopravvengono nel suo paese, senza il suo concorso; non sa nemmeno con precisione di cosa si tratta; ne dubita: ha sentito parlare dell'avvenimento per caso. Ancora di più: la fortuna del suo villaggio, l'ordine della sua strada, la sorte della sua chiesa e della sua parrocchia non lo toccano affatto; egli pensa che tutte queste cose non lo riguardino in alcun modo, e che esse appartengano ad un potente straniero che si chiama governo.
Del resto quest'uomo, che ha sacrificato in modo così completo il suo libero arbitrio, non per questo ama più degli altri l'obbedienza. Si sottomette, è vero, al beneplacito di un impiegato; ma si compiace anche di sfidare la legge, come un nemico vinto, quando la forza si allontana. in tal modo lo si vede oscillare senza posa tra la servitù e la licenza.
Quando le nazioni sono giunte a questo punto, bisogna che modifichino le loro leggi e i loro consumi o che muoiano, perchè la fonte delle virtù pubbliche é come essiccata: vi si trovano ancora dei sudditi, ma non si vedono più cittadini."

Alexis de Tocqueville, 1835