11 ott 2013

I nostri tempi

Possiamo ironizzare a lungo su questa nostra generazione che s’indigna quando ai laureati fanno consegnare scartoffie o guidare taxi. Possiamo anche svergognare il razzismo dei giovani — pure progressisti, anticapitalisti, anarco-insurrezionalisti — che lascerebbero volentieri le basse mansioni ai coetanei egiziani e albanesi. Possiamo insomma  accettare con fair play il nostro destino più o meno infausto: ma non possiamo fingere che tutto questo non sia effettivamente traumatico. La retorica del “rimboccarsi le maniche” è facile, ma rimboccarsele davvero è doloroso. La verità è che le cose vanno dannatamente peggio del previsto, e noi siamo ormai troppo nobili per le mansioni che ci attendono; sensibili al dolore, cagionevoli di salute e fondamentalmente malvagi.